Ed ecco nuovamente giunto il momento di scrivere. Quel momento in cui l’esperienza diretta si è fatta disagio e apprendimento. Alla fine sono i momenti migliori per un anima in cammino verso sè stessa. Quel cammino paradossale che solo ad intraprenderlo rischi di allontanarti da ciò che stai cercando, ma inevitabile pare.
Ogni cosa che scrivo è frutto della mia esperienza DIRETTA, quindi ne condivido qui il succo senza pretesa alcuna che sia condivisibile o accettabile, al limite, il mio desiderio è che possa servire, come, quanto e perchè lo lascio al lettore stabilirlo.
Tutto è partito dal momento in cui mi sono detta “In fondo l’ho sempre saputo?….”, questo dialogo interiore accompagnato da una non trascurabile dose di stupore e tristezza fuse insieme, è, a mio avviso, una fase importantissima dell’integrazione di esperienze dolorose e inaspettate, cambiamenti improvvisi e/o scioccanti, inspiegabili e repentini voltafaccia, ed è quello che è entrato nella mia esperienza degli ultimi giorni, o almeno questo è come la parte più sofferente di me definisce l’accaduto.
Ho cercato di conoscere la mia esperienza per come è, ed è stata, prima di darle una definizione, un’etichetta… mi sono accorta che se mi affretto a definirla “tradimento”, “ingiustizia” o in qualsiasi altro modo, sto limitando la Consapevolezza Inclusiva all’interno di confini propri della persona offesa, della personalità, dell’Ego. Questo causa tre condizioni degne di nota:
- ritarda e/o ostacola il processo del “lasciare andare”
- oscura e/o annebbia l’apprendimento della lezione
- impedisce l’attivazione delle risorse, per far fronte al cambiamento al meglio
Quando sono rimasta quieta nell’esperienza, quale che fosse, per un po’ di tempo, senza darle un nome, sola e in silenzio… Ho sentito chiaramente che
una parte di me sapeva da sempre.
La Voce dell’Intuizione si era già fatta sentire.
Ho esplorato questa voce ed ecco cosa ho trovato: LEI scaturisce da uno spazio molto nobile, è intima e molto vicina, talmente vicina che è facile trascurarla, è dolce, delicata, parla di me, a me, sempre in prima persona, non giudica ne definisce gli altri, non ha paura, non vuole avere ragione, non si difende, rivela una verità con amorevole indifferenza, udibile nel petto, nella pancia o in gola… mai nella testa, non ha bisogno di essere ascoltata a tutti i costi, è immediata, diretta e spontanea, pacata, mite, un sussurro privo di esitazione, delicata come una farfalla e forte come l’acciaio.
Credo che tutti l’abbiamo, ma che vada allenato l’orecchio per udirla.
Sono felice di ricordare esattamente quel momento ordinario e solitario in cui ha sussurrato: “…non vedo chiaro…”, nel bel mezzo dell’esperienza in movimento caotico dove la mente pianificava, congetturava, analizzava e discorreva sulle logistiche…
“…non vedo chiaro…”. Tutto qui. Semplice.
Gli “Avrei potuto….” non si contano, ma la verità è che molto spesso abbiamo bisogno che esperienze tangibili e grossolane si manifestino e si consumino completamente, prima di udire la voce interiore… così impariamo, è il gioco della VITA. Ma è dolce e magico sapere che la Voce dell’Intuizione ci parla come un richiamo continuo, verso casa.
Bello sentire che non siamo mai soli.
Iris Gioia Deva Rajani