
Il collega P/A abbassa drasticamente il morale nel posto di lavoro e affligge la produttività aziendale manifestando atteggiamenti cronici come quelli di seguito elencati.
Nota Importante: questa personalità tende ad operare un controllo emotivo sull’altro, specialmente sull’autorità; pertanto, è opportuno il distacco emotivo e l’estrema oggettività, oltre ad un attento rispetto dei confini e dei ruoli che dovrà essere continuamente rinnovato.
Nel momento in cui ti alteri, ti dispiaci, ti preoccupi, la personalità passivo/aggressiva, continuamente alla ricerca di un carnefice o un salvatore, ha ottenuto il suo risultato di controllo emotivo.
Di tanto in tanto tutti scivoliamo in uno o più dei seguenti punti, in condizioni di stress o di fragilità momentanee, ma nel P/A i comportamenti sono cronici e reiterati,
Gentile distacco: vuol dire riconoscere che sotto gli abiti lavorativi c’è un essere umano, riconoscere il ruolo che quell’essere umano ricopre, rispettare entrambi gli aspetti, SENZA CONFONDERLI. fortunatamente, non è mai tardi per recuperare armonia con sé stessi e con gli altri e chiedere aiuto, se serve.
Eccoli:
- Non esegue ciò che gli è stato assegnato o lo fa male, sia per quanto riguarda compiti sociali, lavorativi o di routine.
- Vittimismo: si lamenta di non essere apprezzato dagli altri, sostenendo che viene sempre criticato ingiustamente e che le persone non apprezzano il suo operato.
- È rabbioso e polemico: nonostante faccia quello che gli altri gli/le richiedono di fare, perché non riesce a opporsi, sarà polemico e astioso mentre lo fa.
- Normalmente dà la colpa all’autorità o alle persone intorno a lui del suo fallimento,pensando di meritare una ricompensa o una restituzione per la situazione in cui si trova.
- Si sente sempre in difetto rispetto a ciò che gli è dovuto e prova invidia e risentimento verso gli altri che ritiene più fortunati. (altro aspetto del vittimismo, insieme al punto successivo)
- Si sente sfortunato e se ne lamenta in continuazione.
- Non riesce a mantenere una linea decisionale, ed oscilla sempre tra provocazione ostile e pentimento: se si ribella a un compito in maniera aggressiva, può essere che dopo poco ritorni sui suoi passi e accetti di farlo.
- Evita il contatto oculare e in genere l’intimità, o il confronto diretto
- All’inizio le persone passivo aggressive si presentano come piacevoli e affabili: non essendo in grado di esprimere il proprio disaccordo, tendono a reprimere le emozioni negative.•
- Potrebbe usare il silenzio come arma, perché non è in grado di verbalizzare la rabbia repressa.
- La personalità passivo aggressiva è sempre nel giusto, spesso vittima degli eventi o di altrui responsabilità, si affretta a giustificare piuttosto che soffermarsi a osservare l’accaduto.
- Tendenza alla procrastinazione, noncuranza dei tempi di consegna.
- Dimenticanza o disorganizzazione nei documenti.
- Rifiuto di qualsivoglia suggerimento volto ad un cambiamento o ad un miglioramento personale.
- Se sorgono incomprensioni e/o disarmonie con un collega, raramente lo affronta direttamente, preferirà parlarne con terzi, cercando approvazione e sostegno alla sua tesi.
- Il comportamento passivo aggressivo nell’adulto si caratterizza infatti dall’inazione, il vittimismo, unito a un certo senso di supponenza che può sfociare, nel tempo, in attacchi di rabbia violenta.
ATTENZIONE: l’intento qui non è una caccia alle streghe con conseguente emarginazione del “nemico”, ma una formazione consapevole sulle dinamiche di gruppo, e uno strumento di riconoscimento dei propri e altrui comportamenti disfunzionali, al fine di prendersene completa responsabilità, chiedendo aiuto se necessario, ma da un punto di vista causativo e non vittimistico. In breve: possiamo sempre comunicare responsabilmente, e con questo risolvere i conflitti e contribuire all’armonia generale.
Career and Management Counselor & Trainer
Gioia Iris Le Piane